La felicità non deriva dall'esterno
Quante volte sentiamo dire che si
aspetta che accada qualcosa nella vita, per essere davvero felici? Si aspetta
l'amore, il lavoro della vita, un'invidiabile posizione nella società o
quant'altro. Il miglioramento della propria condizione, cercare di migliorarsi è un dovere verso se stessi, questo è certo,
ma far dipendere la propria felicità dal raggiungimento delle migliori
condizioni è molto limitativo. La via
della felicità è un percorso, ma se si attende di giungere alla fine per essere
felici, cosa facciamo nel mezzo? E quando si frappongono degli ostacoli,
come ci si deve comportare se non si provano già emozioni positive?
"L'uomo
di solito è tanto felice quanto decide di essere". (Abramo
Lincoln)
Ogni persona in un certo senso ha delle
proprie "regole" riguardo al momento in cui essere felice o meno. In
pratica si tratta di una sorta di "convenzione sociale" imposta dalla
situazione, che rende la felicità una
risposta appropriata o meno di fronte alla situazione stessa. In
determinate situazioni il corpo e la mente rispondono in un certo modo. Di
fronte ad un lutto, ad esempio, la felicità è improbabile. La si riscopre
pensando che la persona cara venuta a mancare vorrebbe sapere che il suo caro
in vita è felice. Per quanto riguarda le tappe della vita, il riscontro è ben
diverso. Pensate ad un esame non superato: lo studente di certo non ne sarà
felice. Però, potrà pensare di avere un'altra occasione per prepararsi meglio,
per studiare ancora e non solo superarlo, ma prendere anche un ottimo voto.
Tutto questo cosa significa? Gli eventi
esterni possono procurare occasioni di felicità o di tristezza, ma siamo noi a gestire le emozioni in modo da
poterle sfruttare al meglio. Quando lo studente non supera l'esame, di
certo sarà deluso, ma la sua delusione passerà immediatamente pensando
all'ulteriore occasione di fare ancora meglio, di imparare la materia e di
prendere un ottimo voto. C'è sempre un motivo per tutto. Ogni cosa accade per
un motivo: non hai superato l'esame? Significa che probabilmente avresti preso
un voto minimo, se lo avessi superato. Con una ulteriore occasione di rifarlo
potrai puntare a un voto sicuramente più alto.
Siamo
noi a decidere della nostra felicità, con un meccanismo interiore che dipende
dalle nostre scelte.
Possiamo arrabbiarci, infuriarci, ma queste emozioni non ci faranno vedere
limpidamente il percorso che abbiamo di fronte, anzi: ci mostreranno solo
ostacoli, paure, perplessità e probabilmente ci faranno rinunciare all'impresa
che stiamo portando avanti. Ecco perché la felicità diventa una scelta! Con una
visione più ampia di tutto ciò che ci accade, non solo ne scopriremo i motivi,
ma porteremo avanti le nostre ambizioni con successo!
E voi, quale vita volete davvero?
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