Obiettivi e percorso: dove nasce la felicità?
Obiettivi
e percorso: dove nasce la felicità? Questo è uno spunto di
riflessione per rispondere a un quesito fondamentale: raggiungere gli obiettivi porta la felicità, oppure è la felicità che
fa raggiungere gli obiettivi?
Certo, molti di voi
penseranno: "Che differenza fa, basta essere felici!". Non c'è niente
di male in questa affermazione, se non il fatto che "chi si accontenta gode" non
è garanzia di felicità duratura, ma semplicemente uno status temporaneo di chi cerca nella propria zona di comfort quel
lato positivo che lo fa accontentare di come vive, per non impegnarsi a
migliorare la sua posizione.
Come già abbiamo avuto
occasione di spiegare, un obiettivo
di benessere personale, lavorativo, sentimentale o sportivo può essere raggiunto con l'azione, l'uscita
dalla zona di comfort, il lavoro e la determinazione; richiede impegno e
tempistica, ma allora si potrà parlare di vita davvero vissuta!
Ma allora qual è il
vero motivo di questo dilemma? Il fatto che molte persone raggiungono i loro
obiettivi ma non sono felici, come d'altra parte altri raggiungono obiettivi
modesti e ne sono appagati. C'è qualcosa
in più rispetto al puro raggiungimento del risultato, qualcosa che sta dentro
di noi.
Legare la felicità al
raggiungimento dell'obiettivo non è sempre una buona idea, e il motivo è molto
semplice: la felicità inizia ora, dal
preciso momento in cui stabilisco l'obiettivo. La felicità è la nostra motivazione intrinseca, il fuoco interiore che ci spinge verso una determinata meta.
Se
ci concentriamo in fondo al percorso, pensando di
raggiungere la felicità ambita soltanto dopo il raggiungimento dell'obiettivo, perdiamo tutta la passione che ci spinge a
compiere le azioni per il suo compimento, ORA.
Dire che la felicità
sta nel cammino, nel percorso, non è soltanto una frase fatta. Dire che si
raggiungerà la felicità soltanto a obiettivo compiuto, sminuisce il valore del
tempo che sta nel mezzo.
Per valorizzare
realmente gli sforzi che compiamo per raggiungere i nostri obiettivi, è necessario amare ogni singolo gesto che
compiamo. Pensiamo ad esempio ad una persona che sta seguendo una dieta e
un piano di allenamento per perdere peso. Se dovesse "posticipare" la
sua felicità soltanto alla fine del periodo di dieta, perderebbe tutto il gusto
e la soddisfazione di tutti i piccoli traguardi che può constatare
quotidianamente, e perderebbe anche l'incentivo a proseguire perché si concentrerebbe solo sulla fatica
quotidiana, che assorbe energia, entusiasmo e motivazione.
La
felicità e l'entusiasmo consistono nel coltivare la propria motivazione in ogni
step
verso il raggiungimento dell'obiettivo, quello che al traguardo premia del
sommo sforzo realizzato. Uno studente nel proprio corso di laurea vedrà il
proprio obiettivo avvicinarsi sempre di più ad ogni esame che sostiene; se
dovesse ogni volta pensare e concentrarsi sulle difficoltà, perdendo di vista
il quotidiano, pensando sempre e solo alla meta che risulta lontana, perderebbe
lo stimolo interiore, la vera guida in ciò che sta facendo: la passione per lo studio, l'incremento
delle sue competenze, il quotidiano impegno per arrivare alla meta tanto
ambita.
Quello che ho descritto
finora è l'impegno dovuto per
raggiungere i micro-obiettivi, che sono fondamentali per raggiungere il
macro-obiettivo. Senza la pianificazione degli steps, non c'è alcuna strategia
al raggiungimento dell'obiettivo. È come pensare di poter costruire una casa
senza un minimo di fondamenta, o un piano aziendale senza tener conto di un
budget. Ecco perché i micro-obiettivi
vanno considerati tanto importanti quanto l'obiettivo finale: sono loro che ci
daranno la vera felicità!
Ciò
che serve è il fuoco interiore, la nostra guida che
ci permetterà di mantenere intatta la motivazione; concentrandovi su ciò che state facendo nel qui e ora, troverete il
vostro fuoco interiore, e quindi la vostra felicità!
E voi, quale vita
volete davvero?
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