Le paure e le profezie autoavveranti. Di cosa si tratta?


Le paure e le profezie autoavveranti. Di cosa stiamo parlando? Un atteggiamento molto diffuso di fronte alle varie situazioni della vita, siano esse quotidiane o particolarmente importanti, è quello di esprimere a se stessi il timore che qualcosa andrà storto. Abbiamo paura di ciò che potrebbe accadere, e ci chiediamo quali potrebbero essere le conseguenze della nostra scelta. Porsi delle domande e rispondere a se stessi con degli scenari di ciò che potrebbe accadere non è sbagliato, ma troppo spesso incorriamo in un certo pessimismo che, guarda caso, ci ascolterà subito! Queste sono le profezie autoavveranti.

Facciamo un esempio che potrebbe riguardare una situazione quotidiana. Potrebbe accadere, preparandosi per un appuntamento con una certa fretta, che ci si preoccupi di qualche inconveniente; piccole cose, come il traffico che ci rallenta, o come trovare una macchia sulla camicia da indossare. Ecco che realmente succede ciò che si temeva, e si reagisce dicendo "ecco, lo sapevo".

Le profezie autoavveranti trovano fondamento nel fatto che la vita è uno specchio dei nostri pensieri. Ci viene presentato davanti sempre ciò su cui ci concentriamo, perché attiriamo a noi tutte le condizioni necessarie per farlo (da un punto di vista metafisico, energetico e neurologico).

Se davvero risulta possibile realizzare ciò su cui ci concentriamo, mantenendo un atteggiamento funzionale al raggiungimento dell'obiettivo, allora nessuna paura potrà più bloccarci nelle piccole e grandi scelte della nostra vita.
Agire con gratitudine per ciò che ci si presenta di fronte, cogliendo le occasioni come prospettive, e non come problemi, ci aiuterà a superare le paure aumentando l'autostima e raggiungendo importanti traguardi. Certo, anche arrivare in orario ad un appuntamento!

Quindi, invece di pensare subito al fatto che qualcosa andrà storto, perché non pensare a tutto ciò che di buono può portare una certa situazione? Chi pensa di stare bene nel suo "tutto sommato", non accettando per paura le occasioni di crescita, vivendo alla "meno peggio", è colui che rimane in quella conosciuta come "zona comfort". Tale zona rappresenta lo spazio del conosciuto, e al di fuori di essa rimane l'ignoto.

La paura di ciò che non si conosce è senz'altro il timore più diffuso. Ogni volta che si inizia una nuova esperienza si presenta questa paura. Ma se lasciamo che ci blocchi, possiamo dire direttamente addio a tutto ciò che potrebbe aiutarci a migliorare la qualità della nostra vita, impedendoci di raggiungere ciò che ci rende felici, e facendoci rimanere nel "tutto sommato non c'è male". Chi rimane immobile nel proprio guscio di sofferenza, di certo non si può dire felice.

Evitare che ciò accada è questione di autostima, di credere in se stessi e nelle proprie capacità. Sta a voi decidere il modo in cui percepire il passo che serve per uscire dalla zona comfort: potrete vederlo come l'occasione che stavate aspettando, oppure come una minaccia di cui avere paura. Il modo in cui vedete le cose può cambiare la vostra vita!

Ricordate questa frase:

"Un vincitore è solo un sognatore che non si è arreso". (Nelson Mandela)

E nel decidere come affrontare una situazione, se farvi sopraffare dalle vostre paure o afferrare l'occasione, chiedetevi seriamente: quale vita volete davvero?

Commenti

Post popolari in questo blog

Motivazione e spinta ad agire. Come muoversi?

Stato associato e stato dissociato in PNL

I film mentali, le nostre rappresentazioni interne