Le convinzioni autolimitanti nel coaching per lo sport


Le convinzioni autolimitanti nel coaching per lo sport. A volte la mente ci barrica in situazioni che non permettono la crescita personale e sportiva. Fortunatamente il coaching ci offre le tecniche giuste per uscire da questa situazione limitante e migliorare le nostre prestazioni, volgendo i nostri sforzi al successo e ad una vita (sia sportiva che non) più felice.

Le convinzioni autolimitanti sono quelle che ci "costringono" a rimanere dove siamo. Perché accade questo? Ciò che ci spinge a credere di non saper fare qualcosa o di non avere possibilità di raggiungere un obiettivo si radica nella mente attraverso le convinzioni autolimitanti, che ci portano ad attaccarci ancora di più a quelle che sono diventate, nel tempo, le nostre sicurezze dalle quali non vogliamo più separarci, impedendo così la crescita e l'evoluzione personale.

Questa "zona di sicurezza" viene indicata come "comfort zone" o zona di comfort, l'insieme delle nostre certezze, delle cose che ci circondano nel quotidiano, di ciò che conosciamo profondamente. La tendenza comune è quella di restare all'interno della zona di comfort, cioè di ciò che conosciamo, di cui abbiamo piena consapevolezza. Il motivo è semplice: ciò che conosciamo non ci procura timori o incertezze. In un certo senso ci fa sentire al sicuro, ma limita fortemente la nostra crescita.

Il problema consiste nel fatto che lo stimolo e il bisogno di cambiamento, di crescita, di miglioramento ci porta al di fuori dell'area, verso l'ignoto, o ciò che conosciamo meno, e questo genera paure e incertezze. Ma il miglioramento non è possibile se si rimane nel nucleo del conosciuto. Cambiare in meglio è frutto di scelte soggettive misurate dal desiderio di cambiamento e dall'impegno che comporta realizzarlo.

Abbandonare una cattiva abitudine può non essere semplice, ed è necessario allenarsi; ma se c'è la volontà di farlo, ciò diventa possibile. Una cattiva abitudine potrebbe essere legata a un piacere, come ad esempio mangiare in modo sregolato cibi troppo calorici, grassi, e pochi cibi sani; la resistenza ad assumerne può comportare dolore, in quanto è necessaria una rinuncia. Per definizione, uno sportivo in allenamento non dovrebbe alimentarsi in questo modo; è certo che facendolo le sue prestazioni ne risentirebbero, non sarebbe in forma e soffrirebbe di fiacchezza. Stessa cosa potrebbe dirsi per il consumo di alcolici o per il fumo. Tutte le abitudini negative per la salute hanno sullo sportivo un impatto deleterio. È bene abbandonarle per migliorare le proprie performance!

Il vantaggio infatti sarà persistente nel tempo, in termini di salute e felicità; il dolore di oggi determina una sensazione di piacere molto più appagante e duratura nel tempo, ecco perché il cambiamento può essere auspicabile, in tanti casi.

Alcune delle nostre abitudini, sia sportive che non, potrebbero non essere adeguate per la crescita come atleti; potrebbero riguardare la pratica, la tecnica, gli strumenti o alcune caratteristiche personali che frenano lo sviluppo dell'atleta. Uno screening personale sarà utile per comprendere cosa cambiare tra le nostre convinzioni autolimitanti e volgere allo sviluppo, sia personale che atletico, che determini il raggiungimento degli obiettivi.

E voi, quale vita (sportiva) volete davvero?

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